Sono 650 milioni i disabili nel mondo, oltre il 10 per cento della popolazione globale. Tutti insieme popolerebbero la terza nazione del mondo dopo Cina e India. In Italia, sono circa 6 milioni, la seconda regione dopo la Lombardia. Sono le vittime di malattie congenite o acquisite, traumi psichici, incidenti sul lavoro e stradali, tumori. L’handicap non solo coinvolge molte persone, ma riguarda tutti poiché le sue cause stanno nei rischi, nelle fatalità, nelle casualità cui sono soggette le nostre esistenze. Proprio perché la temiamo, rifiutiamo la disabilità, la sua vista ci disturba e ci inquieta. L’handicap è un trauma che sconvolge i corpi, le soggettività, le relazioni degli individui e del mondo circostante. L’handicap è lutto della perdita della ‟normalità”, non una menomazione, ma una specifica condizione umana. Ma non esiste handicap senza sguardo sull’handicap. Questo sguardo è pieno di rifiuto, pregiudizi, pietismo provati dai ‟normali” sui disabili e dai disabili su se stessi: qui si creano e si alimentano il rifiuto e l’emarginazione. Uno sguardo stigmatizzante che in realtà ha profonde radici psicologiche e culturali. Lo stato sociale è ancora insufficiente, nella prevenzione e nelle risposte alle forme di handicap, e dovrebbe rifarsi alla recente dichiarazione Onu dei diritti dei disabili, non ancora ratificata dall’Italia. Le politiche sono incentrate sull’assistenzialismo, ma hanno buchi strutturali che fanno dell’integrazione una chimera: barriere architettoniche, risorse insufficienti, leggi parzialmente applicate, nessuna fornitura di strumenti psicologici per affrontare il trauma. Questi deficit contribuiscono a sommergere i disabili nelle difficoltà quotidiane, nelle solitudini, nelle forme di povertà, in vite completamente sacrificate all’handicap.

Schianchi, M. (2009). La terza nazione del mondo. La disabilità tra realtà e pregiudizi. Feltrinelli.

La terza nazione del mondo. La disabilità tra realtà e pregiudizi

Schianchi, M
2009

Abstract

Sono 650 milioni i disabili nel mondo, oltre il 10 per cento della popolazione globale. Tutti insieme popolerebbero la terza nazione del mondo dopo Cina e India. In Italia, sono circa 6 milioni, la seconda regione dopo la Lombardia. Sono le vittime di malattie congenite o acquisite, traumi psichici, incidenti sul lavoro e stradali, tumori. L’handicap non solo coinvolge molte persone, ma riguarda tutti poiché le sue cause stanno nei rischi, nelle fatalità, nelle casualità cui sono soggette le nostre esistenze. Proprio perché la temiamo, rifiutiamo la disabilità, la sua vista ci disturba e ci inquieta. L’handicap è un trauma che sconvolge i corpi, le soggettività, le relazioni degli individui e del mondo circostante. L’handicap è lutto della perdita della ‟normalità”, non una menomazione, ma una specifica condizione umana. Ma non esiste handicap senza sguardo sull’handicap. Questo sguardo è pieno di rifiuto, pregiudizi, pietismo provati dai ‟normali” sui disabili e dai disabili su se stessi: qui si creano e si alimentano il rifiuto e l’emarginazione. Uno sguardo stigmatizzante che in realtà ha profonde radici psicologiche e culturali. Lo stato sociale è ancora insufficiente, nella prevenzione e nelle risposte alle forme di handicap, e dovrebbe rifarsi alla recente dichiarazione Onu dei diritti dei disabili, non ancora ratificata dall’Italia. Le politiche sono incentrate sull’assistenzialismo, ma hanno buchi strutturali che fanno dell’integrazione una chimera: barriere architettoniche, risorse insufficienti, leggi parzialmente applicate, nessuna fornitura di strumenti psicologici per affrontare il trauma. Questi deficit contribuiscono a sommergere i disabili nelle difficoltà quotidiane, nelle solitudini, nelle forme di povertà, in vite completamente sacrificate all’handicap.
Monografia o trattato scientifico - Monografia di Ricerca - Prima edizione
disabilità, tecnologia, stato sociale, processi culturali
Italian
2009
978-88-07-17167-3
Feltrinelli
172
Schianchi, M. (2009). La terza nazione del mondo. La disabilità tra realtà e pregiudizi. Feltrinelli.
none
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10281/197224
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