Il testo si interroga su come la scuola possa recuperare e interpretare il suo compito educativo e lo fa pensando alla scuola reale, ai suoi gesti e discorsi quotidiani, alle pratiche del suo lavoro di formazione. Il testo sceglie in particolare di occuparsi di alcune pratiche che massimamente sembrano esprimere l’attitudine educativa della scuola: il progettare, il valutare, l’orientare. Perché è la pratica di queste dimensioni pedagogiche trasversali che fa sì che “fare scuola” significhi progettare e istituire campi di esperienza educativa; costruire e presidiare ambienti e condizioni in cui apprendere; accompagnare e sostenere i percorsi di formazione; aprire conoscenza e consapevolezza di che cosa e come si apprende.
Rezzara, A. (2010). Un dispositivo che educa. Pratiche pedagogiche nella scuola. Milano : Mimesis.
Un dispositivo che educa. Pratiche pedagogiche nella scuola
REZZARA, ANNA AMALIA
2010
Abstract
Il testo si interroga su come la scuola possa recuperare e interpretare il suo compito educativo e lo fa pensando alla scuola reale, ai suoi gesti e discorsi quotidiani, alle pratiche del suo lavoro di formazione. Il testo sceglie in particolare di occuparsi di alcune pratiche che massimamente sembrano esprimere l’attitudine educativa della scuola: il progettare, il valutare, l’orientare. Perché è la pratica di queste dimensioni pedagogiche trasversali che fa sì che “fare scuola” significhi progettare e istituire campi di esperienza educativa; costruire e presidiare ambienti e condizioni in cui apprendere; accompagnare e sostenere i percorsi di formazione; aprire conoscenza e consapevolezza di che cosa e come si apprende.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.