Il progetto ha come tema l'esperienza dei padri che leggono ad alta voce ai propri figli e figlie di età compresa tra i tre e i sei anni, con l’intento di delinearne le caratteristiche, comprendere se costituisca un evento significativo, in termini emotivi e formativi, anche per l'adulto che la promuove, e riflettere infine sul legame tra paternità e lettura. Mentre sono numerosi gli studi (Weitzman, et al., 2004; Schoon, et al., 2010) che mostrano le valenze positive della lettura condivisa per i bambini, pochi (Causa, 2007) sembrano essere quelli dedicati agli effetti prodotti sugli adulti e ancor meno sui padri, nonostante recenti indagini mostrino l’importanza della figura paterna nella promozione alla lettura (National Literacy Trust, 2012) e da sempre la letteratura presenti immagini di padri lettori. Vista la difficoltà di reperire materiali specifici sul tema, il sapere teorico intorno all’oggetto di ricerca è stato costruito in prospettiva multidisciplinare, intrecciando tematiche e approcci differenti; si sono pertanto approfonditi la dimensione narrativa (Bruner, 1990) e la funzione della lettura ad alta voce, in chiave storica (Cavallo & Chartier, 1995), neurologica (Dehaene, 2007) e pedagogica (Beseghi, 2008); i modelli di paternità contemporanei, affrontati in termini sociologici (Zajczyk & Ruspini, 2008), psicanalitici (Zoja, 2000; Recalcati, 2011) e pedagogici (Ulivieri Stiozzi, 2008); l’interpretazione dell’esperienza come dispositivo pedagogico (Massa, 1987). Il disegno della ricerca empirica, improntato alla Mixed Methods Research (Creswell & Plano-Clark, 2011) ha previsto diverse azioni: l’indagine statistica, svolta tramite circa trecento questionari raccolti, per mettere a fuoco le caratteristiche della lettura in famiglia e soprattutto il profilo dei padri-lettori; l'indagine qualitativa, che ha coinvolto dieci padri, eterogenei per caratteristiche socio-demografiche, attraverso interviste semi-strutturate, poi analizzate con lo stile della Clinica della Formazione (Massa, 1992), per indagare l'evento della lettura nelle sue dimensioni pedagogiche e le sue risonanze sui padri; l’indagine negli albi illustrati (Terrusi, 2012) pubblicati in Italia da Babalibri, La Margherita, Topipittori ed Arka (coll. Le perle) dal 1999 ad oggi per riflettere sulla rappresentazione del padre lettore nell’immaginario, in relazione anche ai dati emersi dalle due precedenti azioni di ricerca. A questo percorso empirico, si è affiancata una digressione teorica sull’esperienza dei padri ebrei che, durante la cena pasquale, leggono ai figli l’Haggadah di Pesach (il racconto dell’uscita dall’Egitto), ritenendo che questa pratica di lettura paterna, invariata da un millennio, proprio a partire dalla sua specificità (Agamben, 2008), consenta di approfondire le valenze simboliche della lettura tra padre e figlio, con riferimento alla costruzione identitaria attraverso la condivisione di narrazioni (Dallari, 2000). Dal confronto tra i dati quantitativi, qualitativi e letterari, emerge la figura di un padre lettore che ha familiarità con i libri e condivide scelta e modalità di lettura ai figli con la propria compagna. Per chi legge abitualmente ad alta voce, questa è un'esperienza profondamente significativa in quanto dischiude la possibilità di una relazione corporea, emotiva ed intellettuale, in assenza della madre e al di là dell’accudimento, a segnare lo spazio intimo ed esclusivo del legame tra padre e figlio/a. Simbolicamente la lettura è connessa, per i padri, all’idea di eredità, tema che rinvia all’esperienza ebraica (Yerushalmi, 1982) e alla ricerca di una nuova fondazione della paternità (Recalcati, 2013).

(2015). Ad alta voce: padri che leggono ai figli. (Tesi di dottorato, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015).

Ad alta voce: padri che leggono ai figli

SCOTTI, MARIAELENA
2015

Abstract

Il progetto ha come tema l'esperienza dei padri che leggono ad alta voce ai propri figli e figlie di età compresa tra i tre e i sei anni, con l’intento di delinearne le caratteristiche, comprendere se costituisca un evento significativo, in termini emotivi e formativi, anche per l'adulto che la promuove, e riflettere infine sul legame tra paternità e lettura. Mentre sono numerosi gli studi (Weitzman, et al., 2004; Schoon, et al., 2010) che mostrano le valenze positive della lettura condivisa per i bambini, pochi (Causa, 2007) sembrano essere quelli dedicati agli effetti prodotti sugli adulti e ancor meno sui padri, nonostante recenti indagini mostrino l’importanza della figura paterna nella promozione alla lettura (National Literacy Trust, 2012) e da sempre la letteratura presenti immagini di padri lettori. Vista la difficoltà di reperire materiali specifici sul tema, il sapere teorico intorno all’oggetto di ricerca è stato costruito in prospettiva multidisciplinare, intrecciando tematiche e approcci differenti; si sono pertanto approfonditi la dimensione narrativa (Bruner, 1990) e la funzione della lettura ad alta voce, in chiave storica (Cavallo & Chartier, 1995), neurologica (Dehaene, 2007) e pedagogica (Beseghi, 2008); i modelli di paternità contemporanei, affrontati in termini sociologici (Zajczyk & Ruspini, 2008), psicanalitici (Zoja, 2000; Recalcati, 2011) e pedagogici (Ulivieri Stiozzi, 2008); l’interpretazione dell’esperienza come dispositivo pedagogico (Massa, 1987). Il disegno della ricerca empirica, improntato alla Mixed Methods Research (Creswell & Plano-Clark, 2011) ha previsto diverse azioni: l’indagine statistica, svolta tramite circa trecento questionari raccolti, per mettere a fuoco le caratteristiche della lettura in famiglia e soprattutto il profilo dei padri-lettori; l'indagine qualitativa, che ha coinvolto dieci padri, eterogenei per caratteristiche socio-demografiche, attraverso interviste semi-strutturate, poi analizzate con lo stile della Clinica della Formazione (Massa, 1992), per indagare l'evento della lettura nelle sue dimensioni pedagogiche e le sue risonanze sui padri; l’indagine negli albi illustrati (Terrusi, 2012) pubblicati in Italia da Babalibri, La Margherita, Topipittori ed Arka (coll. Le perle) dal 1999 ad oggi per riflettere sulla rappresentazione del padre lettore nell’immaginario, in relazione anche ai dati emersi dalle due precedenti azioni di ricerca. A questo percorso empirico, si è affiancata una digressione teorica sull’esperienza dei padri ebrei che, durante la cena pasquale, leggono ai figli l’Haggadah di Pesach (il racconto dell’uscita dall’Egitto), ritenendo che questa pratica di lettura paterna, invariata da un millennio, proprio a partire dalla sua specificità (Agamben, 2008), consenta di approfondire le valenze simboliche della lettura tra padre e figlio, con riferimento alla costruzione identitaria attraverso la condivisione di narrazioni (Dallari, 2000). Dal confronto tra i dati quantitativi, qualitativi e letterari, emerge la figura di un padre lettore che ha familiarità con i libri e condivide scelta e modalità di lettura ai figli con la propria compagna. Per chi legge abitualmente ad alta voce, questa è un'esperienza profondamente significativa in quanto dischiude la possibilità di una relazione corporea, emotiva ed intellettuale, in assenza della madre e al di là dell’accudimento, a segnare lo spazio intimo ed esclusivo del legame tra padre e figlio/a. Simbolicamente la lettura è connessa, per i padri, all’idea di eredità, tema che rinvia all’esperienza ebraica (Yerushalmi, 1982) e alla ricerca di una nuova fondazione della paternità (Recalcati, 2013).
ORSENIGO, JOLE
lettura; paternità; letteratura; ebraismo; dispositivo
M-PED/01 - PEDAGOGIA GENERALE E SOCIALE
Italian
17-set-2015
Scuola di Dottorato in Scienze Umane
SCIENZE DELLA FORMAZIONE E DELLA COMUNICAZIONE - 47R
27
2013/2014
open
(2015). Ad alta voce: padri che leggono ai figli. (Tesi di dottorato, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015).
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Descrizione: Tesi dottorato
Tipologia di allegato: Doctoral thesis
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10281/88411
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