Il volume si propone l’obiettivo di offrire al lettore una riflessione su alcuni degli aspetti che all’Autore paiono di maggiore interesse in tema di immunità costituzionali, sia sullo scenario italiano che in una prospettiva comparata. Come è noto, negli ultimi anni nel nostro Paese il tema delle immunità parlamentari è salito alla ribalta del dibattito politico. Ma anche l’analisi di alcuni ordinamenti stranieri non è priva di motivi di interesse, intanto come imprescindibile interfaccia par capire meglio anche la realtà italiana ma, più in generale, per apprezzare e discutere sia le diverse scelte che, pur appartenendo tutti alla famiglia degli Stati democratici, essi hanno compiuto sul piano costituzionale e legislativo, sia le linee interpretative che gli organi competenti seguono nell’applicazione delle prerogative. Gli intendimenti del libro vengono perseguiti attraverso un’analisi di riforme legislative o costituzionali, di casi giurisprudenziali trattati a vario livello (soprattutto dagli organi della Giustizia costituzionale, ma anche dalla Magistratura ordinaria o dalla Corte europea dei Diritti dell’Uomo) e dalla prassi parlamentare. Relativamente all’insindacabilità parlamentare, cui è dedicato il primo capitolo, l’Autore propone una serie di considerazioni sulle tendenze di fondo che sono in atto nell’ordinamento italiano e nelle esperienze straniere prese in considerazione e cerca di portare un contributo alla risoluzione delle problematiche connesse, prospettando quale unica via d’uscita quella di togliere il più possibile dalle aule giudiziarie le questioni attinenti alla liberà di espressione, quando si controverta in tema di critica politica. Attraverso opportuni interventi giurisprudenziali e normativi, infatti, si potrebbe cogliere questa occasione per liberare la discussione politica e i suoi protagonisti (parlamentari ma anche semplici cittadini) dalla preoccupazione di dover rispondere in giudizio di fronte ad un Tribunale di affermazioni volte ad esprimere una tesi, fosse anche assurda, ma comunque legittima, in democrazia. Quanto alle autorizzazioni ad acta, il tentativo operato nel secondo capitolo è stato di accostare l’attuale assetto vigente nel nostro Paese, determinato da disciplina costituzionale, legislazione attuativa, giurisprudenza della Corte e prassi parlamentare, alle scelte adottate in alcuni altri Stati “pilota”. Ne emerge in modo chiaro l’impossibilità di delineare un modello di riferimento valido per tutti gli ordinamenti riconducibili allo Stato di diritto. Mentre il principio dell’irresponsabilità per le opinioni espresse e i voti dati è generalmente riconosciuto come un baluardo a protezione delle funzioni parlamentari perché inscindibilmente legato alla determinazione della decisione politica da parte delle assemblee legislative e, quindi, la divisione tra gli ordinamenti si gioca semmai sulla concreta quantificazione degli ambiti entro cui questa protezione debba operare, per quanto riguarda l’inviolabilità penale dei componenti delle Assemblee questa comune impostazione viene meno e, come abbiamo visto, si possono trovare le soluzioni più variegate. Un’esortazione che vale anche per il tema trattato nel terzo capitolo: la responsabilità del Capo dello Stato. Il rapporto tra la figura del Capo dello Stato e il Potere Giudiziario, mostra come sia legittimo che il Potere Legislativo ritenga in un determinato momento di dover modificare l’ordinamento su questo punto, anche attraverso una novella costituzionale che, per esempio, sancisca una improcedibilità a favore del Presidente nel corso del mandato. Però è importante che tutto questo sia preceduto da una riflessione ampia, pubblica ed approfondita, e soprattutto che queste decisioni non siano il frutto di una manovra pasticciata e dalle basi giuridiche molto fragili, ma di una seria valutazione di tutti i valori in gioco, al termine della quale chi detiene il potere di innovare la normativa si assuma la responsabilità, di fronte all’opinione pubblica, delle proprie scelte.

Martinelli, C. (2008). Le immunità costituzionali nell'ordinamento italiano e nel diritto comparato. Recenti sviluppi e nuove prospettive. Milano : Giuffrè.

Le immunità costituzionali nell'ordinamento italiano e nel diritto comparato. Recenti sviluppi e nuove prospettive

MARTINELLI, CLAUDIO
2008

Abstract

Il volume si propone l’obiettivo di offrire al lettore una riflessione su alcuni degli aspetti che all’Autore paiono di maggiore interesse in tema di immunità costituzionali, sia sullo scenario italiano che in una prospettiva comparata. Come è noto, negli ultimi anni nel nostro Paese il tema delle immunità parlamentari è salito alla ribalta del dibattito politico. Ma anche l’analisi di alcuni ordinamenti stranieri non è priva di motivi di interesse, intanto come imprescindibile interfaccia par capire meglio anche la realtà italiana ma, più in generale, per apprezzare e discutere sia le diverse scelte che, pur appartenendo tutti alla famiglia degli Stati democratici, essi hanno compiuto sul piano costituzionale e legislativo, sia le linee interpretative che gli organi competenti seguono nell’applicazione delle prerogative. Gli intendimenti del libro vengono perseguiti attraverso un’analisi di riforme legislative o costituzionali, di casi giurisprudenziali trattati a vario livello (soprattutto dagli organi della Giustizia costituzionale, ma anche dalla Magistratura ordinaria o dalla Corte europea dei Diritti dell’Uomo) e dalla prassi parlamentare. Relativamente all’insindacabilità parlamentare, cui è dedicato il primo capitolo, l’Autore propone una serie di considerazioni sulle tendenze di fondo che sono in atto nell’ordinamento italiano e nelle esperienze straniere prese in considerazione e cerca di portare un contributo alla risoluzione delle problematiche connesse, prospettando quale unica via d’uscita quella di togliere il più possibile dalle aule giudiziarie le questioni attinenti alla liberà di espressione, quando si controverta in tema di critica politica. Attraverso opportuni interventi giurisprudenziali e normativi, infatti, si potrebbe cogliere questa occasione per liberare la discussione politica e i suoi protagonisti (parlamentari ma anche semplici cittadini) dalla preoccupazione di dover rispondere in giudizio di fronte ad un Tribunale di affermazioni volte ad esprimere una tesi, fosse anche assurda, ma comunque legittima, in democrazia. Quanto alle autorizzazioni ad acta, il tentativo operato nel secondo capitolo è stato di accostare l’attuale assetto vigente nel nostro Paese, determinato da disciplina costituzionale, legislazione attuativa, giurisprudenza della Corte e prassi parlamentare, alle scelte adottate in alcuni altri Stati “pilota”. Ne emerge in modo chiaro l’impossibilità di delineare un modello di riferimento valido per tutti gli ordinamenti riconducibili allo Stato di diritto. Mentre il principio dell’irresponsabilità per le opinioni espresse e i voti dati è generalmente riconosciuto come un baluardo a protezione delle funzioni parlamentari perché inscindibilmente legato alla determinazione della decisione politica da parte delle assemblee legislative e, quindi, la divisione tra gli ordinamenti si gioca semmai sulla concreta quantificazione degli ambiti entro cui questa protezione debba operare, per quanto riguarda l’inviolabilità penale dei componenti delle Assemblee questa comune impostazione viene meno e, come abbiamo visto, si possono trovare le soluzioni più variegate. Un’esortazione che vale anche per il tema trattato nel terzo capitolo: la responsabilità del Capo dello Stato. Il rapporto tra la figura del Capo dello Stato e il Potere Giudiziario, mostra come sia legittimo che il Potere Legislativo ritenga in un determinato momento di dover modificare l’ordinamento su questo punto, anche attraverso una novella costituzionale che, per esempio, sancisca una improcedibilità a favore del Presidente nel corso del mandato. Però è importante che tutto questo sia preceduto da una riflessione ampia, pubblica ed approfondita, e soprattutto che queste decisioni non siano il frutto di una manovra pasticciata e dalle basi giuridiche molto fragili, ma di una seria valutazione di tutti i valori in gioco, al termine della quale chi detiene il potere di innovare la normativa si assuma la responsabilità, di fronte all’opinione pubblica, delle proprie scelte.
Monografia o trattato scientifico - Monografia di Ricerca - Prima edizione
Costituzione; immunità; prerogative; Parlamento; Magistratura
Italian
2008
8814140944
Giuffrè
228
Martinelli, C. (2008). Le immunità costituzionali nell'ordinamento italiano e nel diritto comparato. Recenti sviluppi e nuove prospettive. Milano : Giuffrè.
none
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10281/8551
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