Il giudizio diagnostico umano su problemi astratti sembra ricalcare, in parte, quanto previsto dai modelli formali della revisione delle conoscenze probabilistiche: alcuni esperimenti mostrano come anche individui non esperti siano in grado di accorgersi che un determinato insieme di indizi aumenta la probabilità di una determinata ipotesi e questa capacità appare tanto più evidente quanto più grande è il contenuto d’informazione di tali indizi. Tuttavia, l’analisi di alcuni risultati sperimentali evidenzia come i giudizi spontanei siano anche afflitti da tendenze psicologiche prive di validità formale. Ad esempio, alcune caratteristiche dei dati o delle ipotesi possono costituire dei veri e propri “indizi euristici”, cioè appigli psicologicamente salienti ma formalmente privi di alcun valore diagnostico. In compiti astratti, inoltre, gli individui non esperti tendono ad una sistematica sottostima dell’informazione disponibile, sottostimando o addirittura ignorando l’informazione veicolata dagli indizi assenti. I medici impegnati in compiti realistici si mostrano, al contrario, maggiormente sensibili all’informazione veicolata dai sintomi e sono più abili nel considerare l’importanza degli indizi assenti (come l’assenza di sintomi). Emerge, inoltre, sia per i medici sia per gli individui non esperti, la tendenza a sottostimare la forza di indizi fortemente contrari ad una diagnosi, evidenziando una tendenza alla conferma, che dovrebbe, quindi, essere tenuta in considerazione nella formazione metodologica del medico.

Cherubini, P., Russo, S., Rusconi, P., D'Addario, M., Boccuti, I. (2009). Il ragionamento probabilistico nella diagnosi medica: sensibilità e insensibilità alle informazioni.. In P. Giaretta, A. Moretto, G.F. Gensini (a cura di), Filosofia della medicina. Metodo, modelli, cura ed errori. (pp. 541-564). Bologna : Il Mulino.

Il ragionamento probabilistico nella diagnosi medica: sensibilità e insensibilità alle informazioni.

CHERUBINI, PAOLO;Russo, S;RUSCONI, PATRICE PIERCARLO;D'ADDARIO, MARCO;
2009

Abstract

Il giudizio diagnostico umano su problemi astratti sembra ricalcare, in parte, quanto previsto dai modelli formali della revisione delle conoscenze probabilistiche: alcuni esperimenti mostrano come anche individui non esperti siano in grado di accorgersi che un determinato insieme di indizi aumenta la probabilità di una determinata ipotesi e questa capacità appare tanto più evidente quanto più grande è il contenuto d’informazione di tali indizi. Tuttavia, l’analisi di alcuni risultati sperimentali evidenzia come i giudizi spontanei siano anche afflitti da tendenze psicologiche prive di validità formale. Ad esempio, alcune caratteristiche dei dati o delle ipotesi possono costituire dei veri e propri “indizi euristici”, cioè appigli psicologicamente salienti ma formalmente privi di alcun valore diagnostico. In compiti astratti, inoltre, gli individui non esperti tendono ad una sistematica sottostima dell’informazione disponibile, sottostimando o addirittura ignorando l’informazione veicolata dagli indizi assenti. I medici impegnati in compiti realistici si mostrano, al contrario, maggiormente sensibili all’informazione veicolata dai sintomi e sono più abili nel considerare l’importanza degli indizi assenti (come l’assenza di sintomi). Emerge, inoltre, sia per i medici sia per gli individui non esperti, la tendenza a sottostimare la forza di indizi fortemente contrari ad una diagnosi, evidenziando una tendenza alla conferma, che dovrebbe, quindi, essere tenuta in considerazione nella formazione metodologica del medico.
Capitolo o saggio
Ragionamento probabilistico, Diagnosi medica
Italian
Filosofia della medicina. Metodo, modelli, cura ed errori.
Giaretta, P; Moretto, A; Gensini, GF, Trabucchi, M
2009
9788815127112
Il Mulino
541
564
Cherubini, P., Russo, S., Rusconi, P., D'Addario, M., Boccuti, I. (2009). Il ragionamento probabilistico nella diagnosi medica: sensibilità e insensibilità alle informazioni.. In P. Giaretta, A. Moretto, G.F. Gensini (a cura di), Filosofia della medicina. Metodo, modelli, cura ed errori. (pp. 541-564). Bologna : Il Mulino.
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