Non passa giorno in cui titoli di giornale o prime pagine delle testate giornalistiche più importanti manchino di dedicare un articolo a qualche sorprendente esito di ricerche scientifiche. Solitamente la scoperta viene annunciata con eclatanti espressioni in cui la genetica riveste sempre un ruolo centrale: “Scoperto il gene della morte improvvisa”, “scoperto il gene che sconfigge il Parkinson”, “Epilessia, al Meyer di Firenze scoperto il gene responsabile della sindrome perisilvanica”, “Dna sardi: scoperto il gene dell’altezza. L’effetto “dell’isola” regola anche livelli di emoglobina e del colesterolo”. Quelli appena riportati sono solo alcuni dei titoli redatti nel corso dell’ultimo anno dai quotidiani più influenti. Come si può constatare, anche se non sempre emerge nel dibattito pubblico e a volte nemmeno in quello accademico, la visione del mondo riportata in titoli di questo tipo è estremamente riduzionista e presenta una serie di criticità: tutto viene ricondotto ad aspetti genetici (laddove il gene è inteso come sequenza di basi nucleotidiche), come se ogni manifestazione emergesse direttamente da dinamiche che avvengono a livello microscopico, ed inoltre ne viene costantemente enfatizzata la sensazionalità: è sufficiente la pubblicazione di un solo articolo scientifico perché esso sia interpretato come verità definitiva sul fenomeno in questione.

Bartolini, E., Bertolaso, M., Giuliani, A. (2016). L'humus della scienza: per una necessaria riscoperta della meraviglia e della cooperazione nella ricerca scientifica. SCIENZE E RICERCHE, 5-8.

L'humus della scienza: per una necessaria riscoperta della meraviglia e della cooperazione nella ricerca scientifica

Bartolini, E;
2016

Abstract

Non passa giorno in cui titoli di giornale o prime pagine delle testate giornalistiche più importanti manchino di dedicare un articolo a qualche sorprendente esito di ricerche scientifiche. Solitamente la scoperta viene annunciata con eclatanti espressioni in cui la genetica riveste sempre un ruolo centrale: “Scoperto il gene della morte improvvisa”, “scoperto il gene che sconfigge il Parkinson”, “Epilessia, al Meyer di Firenze scoperto il gene responsabile della sindrome perisilvanica”, “Dna sardi: scoperto il gene dell’altezza. L’effetto “dell’isola” regola anche livelli di emoglobina e del colesterolo”. Quelli appena riportati sono solo alcuni dei titoli redatti nel corso dell’ultimo anno dai quotidiani più influenti. Come si può constatare, anche se non sempre emerge nel dibattito pubblico e a volte nemmeno in quello accademico, la visione del mondo riportata in titoli di questo tipo è estremamente riduzionista e presenta una serie di criticità: tutto viene ricondotto ad aspetti genetici (laddove il gene è inteso come sequenza di basi nucleotidiche), come se ogni manifestazione emergesse direttamente da dinamiche che avvengono a livello microscopico, ed inoltre ne viene costantemente enfatizzata la sensazionalità: è sufficiente la pubblicazione di un solo articolo scientifico perché esso sia interpretato come verità definitiva sul fenomeno in questione.
Articolo in rivista - Contributo a Forum/Dibattito, Introduzione
scienze, filosofia, ricerca, complessità, interdisciplinarità
Italian
2016
5
8
reserved
Bartolini, E., Bertolaso, M., Giuliani, A. (2016). L'humus della scienza: per una necessaria riscoperta della meraviglia e della cooperazione nella ricerca scientifica. SCIENZE E RICERCHE, 5-8.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10281/276023
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