Questa monografia si inserisce nel quadro degli studi compiuti negli ultimi decenni dalla storiografia giuridica italiana volti a gettare nuova luce sulle vicende della codificazione del diritto penale nei secoli XVIII e XIX, con particolare riferimento alla lunga e complessa attività di progettazione che prese il via in diverse zone d’Italia a partire dagli ultimi anni del Settecento. Tale volume è dedicato alla figura del giurista lombardo Luigi Villa, che nel corso degli anni fu magistrato al servizio degli Absburgo, consigliere del Tribunale di Cassazione e dei Comitati di Giurisprudenza e di Consultazione della prima Repubblica Cisalpina, Ministro degli Interni della Repubblica Italiana, e soprattutto l’autore di un inedito progetto di codice penale intitolato Originale Codice delle Leggi Criminali e Politiche (1787), il cui testo è stato per la prima volta trascritto integralmente e qui pubblicato in appendice. Il progetto concepito da Villa contiene innovazioni formali e sostanziali, che ne fanno un testo in gran parte originale e in grado di anticipare di qualche lustro i contenuti e le soluzioni adottate nei codici penali entrati in vigore in Italia nel corso dell’Ottocento, risalendo quindi direttamente alla sorgenti della codificazione penale italiana. L’Originale Codice fu redatto nel 1787 da Villa a nome della Procura di Stato austriaca di Milano come risposta ad un’interpellanza giunta da Vienna, con cui si intendeva apprendere quali fossero gli adattamenti, che sarebbe stato utile apportare al codice penale giuseppino del 1787 in vista della sua entrata in vigore in Lombardia. Dopo aver esposto in una relazione introduttiva alcune riflessioni in merito alla funzione della legge penale, Villa sviluppò le sue considerazioni analizzando il contenuto di ogni singolo paragrafo del codice austriaco e proponendo di volta in volta quegli adattamenti nell’esposizione del testo o nelle scelte di politica criminale, che egli riteneva essere più opportuni alle particolari condizioni di vita dei sudditi lombardi. I suoi rilievi critici rappresentavano una sorta di compendio delle censure e delle doglianze indirizzate dall’establishment locale alle autorità di governo, ma contenevano altresì alcune riflessioni del tutto originali sia sotto il profilo formale che sostanziale, visto che per garantire una maggiore consonanza alla tradizione giuridica italiana e alle specifiche esigenze della società lombarda Villa proponeva spesso di adottare soluzioni nuove e più moderne. A conferma del prezioso valore del lavoro svolto in tale occasione da questo giurista si può, del resto, addurre la circostanza che molte delle disposizioni del suo progetto finirono per fare direttamente capolino come norme fac-simile o per essere comunque utilizzate come imprescindibili modelli di riferimento in quel Progetto di codice penale per la Lombardia austriaca del 1791-1792, che è stato considerato a lungo dalla criminalistica italiana come il primo esemplare di un testo codicistico espressione della tradizione penalistica italiana ad essere realizzato nella nostra penisola. E se ciò è evidente con riferimento alla parte generale (ad esempio, segnatamente alle disposizioni che stabiliscono la rilevanza del dolo e della colpa grave, e di quelle che sanciscono il principio della personalità della pena, che enunciano la distinzione fra delitto tentato e consumato, che disciplinano il concorso di persone nel reato), un analogo rapporto di somiglianza e derivazione si può riscontrare anche in relazione ad alcune fattispecie di parte speciale (abuso d’ufficio, aborto, esposizione d’infanti, falsa testimonianza, contraffazione di titoli di credito).

Rondini, P. (2006). Il progetto di codice penale per la Lombardia austriaca di Luigi Villa (1787): pietra scartata o testata d'angolo?. Padova : Cedam.

Il progetto di codice penale per la Lombardia austriaca di Luigi Villa (1787): pietra scartata o testata d'angolo?

RONDINI, PAOLO
2006

Abstract

Questa monografia si inserisce nel quadro degli studi compiuti negli ultimi decenni dalla storiografia giuridica italiana volti a gettare nuova luce sulle vicende della codificazione del diritto penale nei secoli XVIII e XIX, con particolare riferimento alla lunga e complessa attività di progettazione che prese il via in diverse zone d’Italia a partire dagli ultimi anni del Settecento. Tale volume è dedicato alla figura del giurista lombardo Luigi Villa, che nel corso degli anni fu magistrato al servizio degli Absburgo, consigliere del Tribunale di Cassazione e dei Comitati di Giurisprudenza e di Consultazione della prima Repubblica Cisalpina, Ministro degli Interni della Repubblica Italiana, e soprattutto l’autore di un inedito progetto di codice penale intitolato Originale Codice delle Leggi Criminali e Politiche (1787), il cui testo è stato per la prima volta trascritto integralmente e qui pubblicato in appendice. Il progetto concepito da Villa contiene innovazioni formali e sostanziali, che ne fanno un testo in gran parte originale e in grado di anticipare di qualche lustro i contenuti e le soluzioni adottate nei codici penali entrati in vigore in Italia nel corso dell’Ottocento, risalendo quindi direttamente alla sorgenti della codificazione penale italiana. L’Originale Codice fu redatto nel 1787 da Villa a nome della Procura di Stato austriaca di Milano come risposta ad un’interpellanza giunta da Vienna, con cui si intendeva apprendere quali fossero gli adattamenti, che sarebbe stato utile apportare al codice penale giuseppino del 1787 in vista della sua entrata in vigore in Lombardia. Dopo aver esposto in una relazione introduttiva alcune riflessioni in merito alla funzione della legge penale, Villa sviluppò le sue considerazioni analizzando il contenuto di ogni singolo paragrafo del codice austriaco e proponendo di volta in volta quegli adattamenti nell’esposizione del testo o nelle scelte di politica criminale, che egli riteneva essere più opportuni alle particolari condizioni di vita dei sudditi lombardi. I suoi rilievi critici rappresentavano una sorta di compendio delle censure e delle doglianze indirizzate dall’establishment locale alle autorità di governo, ma contenevano altresì alcune riflessioni del tutto originali sia sotto il profilo formale che sostanziale, visto che per garantire una maggiore consonanza alla tradizione giuridica italiana e alle specifiche esigenze della società lombarda Villa proponeva spesso di adottare soluzioni nuove e più moderne. A conferma del prezioso valore del lavoro svolto in tale occasione da questo giurista si può, del resto, addurre la circostanza che molte delle disposizioni del suo progetto finirono per fare direttamente capolino come norme fac-simile o per essere comunque utilizzate come imprescindibili modelli di riferimento in quel Progetto di codice penale per la Lombardia austriaca del 1791-1792, che è stato considerato a lungo dalla criminalistica italiana come il primo esemplare di un testo codicistico espressione della tradizione penalistica italiana ad essere realizzato nella nostra penisola. E se ciò è evidente con riferimento alla parte generale (ad esempio, segnatamente alle disposizioni che stabiliscono la rilevanza del dolo e della colpa grave, e di quelle che sanciscono il principio della personalità della pena, che enunciano la distinzione fra delitto tentato e consumato, che disciplinano il concorso di persone nel reato), un analogo rapporto di somiglianza e derivazione si può riscontrare anche in relazione ad alcune fattispecie di parte speciale (abuso d’ufficio, aborto, esposizione d’infanti, falsa testimonianza, contraffazione di titoli di credito).
Monografia o trattato scientifico - Monografia di Ricerca - Prima edizione
history, law, criminal law
storia, diritto, diritto penale
Italian
2006
88-13-26195-0
Cedam
Rondini, P. (2006). Il progetto di codice penale per la Lombardia austriaca di Luigi Villa (1787): pietra scartata o testata d'angolo?. Padova : Cedam.
none
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