Similmente alle altre istituzioni e aziende private, anche le università con più di 300 dipendenti situate in zone a rischio di inquinamento atmosferico devono nominare, secondo il Decreto legge Ronchi del 27 marzo 1998, un responsabile per il governo della domanda di mobilità e la redazione del Piano degli spostamenti casa lavoro (PSCL). Con la differenza che, rispetto agli altri soggetti pubblici e privati, il mobility manager accademico deve conoscere e intervenire sulla mobilità non solo del personale dipendente (docente e tecnico-amministrativo) ma anche degli studenti. Una pluralità di soggetti che si traduce in una domanda di mobilità molto consistente, differenziata e dispersa sul territorio e nel calendario accademico (annuale, settimanale e giornaliero). Innanzitutto molto consistente, poiché come vedremo nella prima parte del saggio, solo considerando la popolazione studentesca, le numerose università italiane muovono più di un milione e mezzo di studenti. Oltre che numerosa si tratta di una domanda di mobilità molto differenziata, che include popolazioni diverse (docenti, personale tecnico-amministrativo e studenti di età e di corso di studio dissimili) caratterizzate da profili di spostamenti variegati (per mezzo, provenienza e calendario di viaggio). Una domanda di mobilità, infine, molto dispersa, in un mercato accademico contraddistinto da una domanda e offerta universitaria territorialmente molto frammentate (per la domanda, a causa del consistente numero di studenti che vivono presso le famiglie di origine, per l’offerta, in ragione dell’elevato numero di città e di sedi universitarie). Il governo di una siffatta domanda di mobilità richiede l’attivazione di una pluralità di politiche e interventi finalizzati a rendere complessivamente più sostenibili gli spostamenti delle popolazioni universitarie (dal punto di vista ambientale ma anche socio-economico) e, quindi, a migliorare la qualità della vita accademica. Nel saggio viene dedicata attenzione alle politiche e agli interventi messi in atto nelle università italiane provviste di un mobility manager, in particolare a quelle la cui adesione alla Rete nazionale delle università per lo sviluppo sostenibile (RUS) ha rappresentato la migliore condizione per ottemperare al dettato governativo di nomina del responsabile istituzionale della mobilità e per attivare efficaci politiche di mobility management accademico

Colleoni, M. (2018). Il governo della mobilità nelle Università italiane e le politiche di mobility management accademico. In Sharing Mobility Management - Indicare alle persone la strada verso scelte di spostamento multimodali in ISPRA Quaderni Ambiente e Società (pp. 78-94). ISPRA.

Il governo della mobilità nelle Università italiane e le politiche di mobility management accademico

Colleoni, M
2018

Abstract

Similmente alle altre istituzioni e aziende private, anche le università con più di 300 dipendenti situate in zone a rischio di inquinamento atmosferico devono nominare, secondo il Decreto legge Ronchi del 27 marzo 1998, un responsabile per il governo della domanda di mobilità e la redazione del Piano degli spostamenti casa lavoro (PSCL). Con la differenza che, rispetto agli altri soggetti pubblici e privati, il mobility manager accademico deve conoscere e intervenire sulla mobilità non solo del personale dipendente (docente e tecnico-amministrativo) ma anche degli studenti. Una pluralità di soggetti che si traduce in una domanda di mobilità molto consistente, differenziata e dispersa sul territorio e nel calendario accademico (annuale, settimanale e giornaliero). Innanzitutto molto consistente, poiché come vedremo nella prima parte del saggio, solo considerando la popolazione studentesca, le numerose università italiane muovono più di un milione e mezzo di studenti. Oltre che numerosa si tratta di una domanda di mobilità molto differenziata, che include popolazioni diverse (docenti, personale tecnico-amministrativo e studenti di età e di corso di studio dissimili) caratterizzate da profili di spostamenti variegati (per mezzo, provenienza e calendario di viaggio). Una domanda di mobilità, infine, molto dispersa, in un mercato accademico contraddistinto da una domanda e offerta universitaria territorialmente molto frammentate (per la domanda, a causa del consistente numero di studenti che vivono presso le famiglie di origine, per l’offerta, in ragione dell’elevato numero di città e di sedi universitarie). Il governo di una siffatta domanda di mobilità richiede l’attivazione di una pluralità di politiche e interventi finalizzati a rendere complessivamente più sostenibili gli spostamenti delle popolazioni universitarie (dal punto di vista ambientale ma anche socio-economico) e, quindi, a migliorare la qualità della vita accademica. Nel saggio viene dedicata attenzione alle politiche e agli interventi messi in atto nelle università italiane provviste di un mobility manager, in particolare a quelle la cui adesione alla Rete nazionale delle università per lo sviluppo sostenibile (RUS) ha rappresentato la migliore condizione per ottemperare al dettato governativo di nomina del responsabile istituzionale della mobilità e per attivare efficaci politiche di mobility management accademico
Capitolo o saggio
mobilità, università, mobility management, città
Italian
Sharing Mobility Management - Indicare alle persone la strada verso scelte di spostamento multimodali in ISPRA Quaderni Ambiente e Società
2018
978-88-448-0916-4
19
ISPRA
78
94
Colleoni, M. (2018). Il governo della mobilità nelle Università italiane e le politiche di mobility management accademico. In Sharing Mobility Management - Indicare alle persone la strada verso scelte di spostamento multimodali in ISPRA Quaderni Ambiente e Società (pp. 78-94). ISPRA.
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