Introduzione: i neologismi fonemici sono definiti come produzione derivante da più errori fonemici (aggiunte, omissioni, sostituzioni e trasposizioni) nella stessa parola bersaglio. Tali errori sono caratteristici del cosiddetto gergo neologistico. La struttura e la tipologia degli errori neologistici hanno indotto a ipotizzare meccanismi diversi alla loro origine, principalmente contrapponendo un deficit lessicale a un deficit post-lessicale. Metodi: tre pazienti (2 femmine – DLP e LM - e 1 maschio - DLC) affetti da afasia in seguito a ictus ischemico emisferico sinistro sono stati inclusi nello studio per la presenza di produzione neologistica clinicamente evidente. La valutazione sperimentale della produzione neologistica comprendeva test di denominazione visiva (30 stimoli), lettura ad alta voce (124 stimoli) e ripetizione (124 stimoli). Gli stimoli erano stati controllati per lunghezza, cluster consonantici, frequenza d’uso e immaginabilità. Gli errori sono stati qualificati come aggiunte, omissioni, sostituzioni e trasposizioni. Le risposte sono state classificate in risposte corrette, parafasie fonemiche singole (discrepanza di un solo fonema rispetto al target), neologismi (discrepanza di 2 o più fonemi rispetto al target), parafasie semantiche e non risposte. Il confronto tra risposta e stimolo target è stato valutato quantitativamente tramite 2 indici: l’Indice di Sovrapposizione Fonologica o Phonological Overlap Index (POI) proposto da Bose et al. (2007) e l’Indice di Corrispondenza Fonologica (ICF), ideato ad hoc come misura più specifica per le trasposizioni (che nel POI non zono considerate come errore). I neologismi sono stati ulteriormente distinti in relati al target (target-related) o astrusi (non target-related). Sono stati infine analizzati gli effetti di lunghezza e di cluster (indicatori di possibile deficit post-lessicale) nonché di frequenza e immaginabilità (indicatori di possibile deficit lessicale). Risultati: in tutti i pazienti la prova più deficitaria risulta essere la denominazione su stimolo visivo, mentre la lettura ad alta voce mostra le prestazioni migliori. La tipologia di errore più frequente è rappresentata dalle sostituzioni; gli errori su consonanti sono più frequenti rispetto a quelli su vocali. Gli effetti di lunghezza, frequenza e immaginabilità risultano invece variabili da un paziente all’altro. Conclusioni: l’analisi della produzione neologistica in questi 3 pazienti suggerisce che meccanismi diversi possano essere responsabili della produzione neologistica in soggetti diversi, a indicare come non sia possibile identificare un’unica origine dei neologismi in tutti i casi di gergo neologistico. Facendo riferimento al modello di Patterson (1986), si può ipotizzare la presenza di deficit post-lessicali e lessicali in pazienti diversi in conseguenza di una diversa sede funzionale (o più sedi) di lesione. Bibliografia: Bose, A., Raza, O., Buchanan, L., (2007). Phonological relatedness between target and error in neologistic productions. Brain and Language, 103, 120-121. Patterson, K.E. (1986) Lexical but non semantic spelling? Cognitive Neuropsychology, 3, 341-367.
Lucchelli, F., Borroni, S., Luzzatti, C. (2016). Produzione neologistica in tre pazienti afasici: uno studio sperimentale. In Atti del V Congresso della Società Italiana di Neuropsicologia (SINP) (pp.28-29).
Produzione neologistica in tre pazienti afasici: uno studio sperimentale
LUZZATTI, CLAUDIO GIUSEPPE
2016
Abstract
Introduzione: i neologismi fonemici sono definiti come produzione derivante da più errori fonemici (aggiunte, omissioni, sostituzioni e trasposizioni) nella stessa parola bersaglio. Tali errori sono caratteristici del cosiddetto gergo neologistico. La struttura e la tipologia degli errori neologistici hanno indotto a ipotizzare meccanismi diversi alla loro origine, principalmente contrapponendo un deficit lessicale a un deficit post-lessicale. Metodi: tre pazienti (2 femmine – DLP e LM - e 1 maschio - DLC) affetti da afasia in seguito a ictus ischemico emisferico sinistro sono stati inclusi nello studio per la presenza di produzione neologistica clinicamente evidente. La valutazione sperimentale della produzione neologistica comprendeva test di denominazione visiva (30 stimoli), lettura ad alta voce (124 stimoli) e ripetizione (124 stimoli). Gli stimoli erano stati controllati per lunghezza, cluster consonantici, frequenza d’uso e immaginabilità. Gli errori sono stati qualificati come aggiunte, omissioni, sostituzioni e trasposizioni. Le risposte sono state classificate in risposte corrette, parafasie fonemiche singole (discrepanza di un solo fonema rispetto al target), neologismi (discrepanza di 2 o più fonemi rispetto al target), parafasie semantiche e non risposte. Il confronto tra risposta e stimolo target è stato valutato quantitativamente tramite 2 indici: l’Indice di Sovrapposizione Fonologica o Phonological Overlap Index (POI) proposto da Bose et al. (2007) e l’Indice di Corrispondenza Fonologica (ICF), ideato ad hoc come misura più specifica per le trasposizioni (che nel POI non zono considerate come errore). I neologismi sono stati ulteriormente distinti in relati al target (target-related) o astrusi (non target-related). Sono stati infine analizzati gli effetti di lunghezza e di cluster (indicatori di possibile deficit post-lessicale) nonché di frequenza e immaginabilità (indicatori di possibile deficit lessicale). Risultati: in tutti i pazienti la prova più deficitaria risulta essere la denominazione su stimolo visivo, mentre la lettura ad alta voce mostra le prestazioni migliori. La tipologia di errore più frequente è rappresentata dalle sostituzioni; gli errori su consonanti sono più frequenti rispetto a quelli su vocali. Gli effetti di lunghezza, frequenza e immaginabilità risultano invece variabili da un paziente all’altro. Conclusioni: l’analisi della produzione neologistica in questi 3 pazienti suggerisce che meccanismi diversi possano essere responsabili della produzione neologistica in soggetti diversi, a indicare come non sia possibile identificare un’unica origine dei neologismi in tutti i casi di gergo neologistico. Facendo riferimento al modello di Patterson (1986), si può ipotizzare la presenza di deficit post-lessicali e lessicali in pazienti diversi in conseguenza di una diversa sede funzionale (o più sedi) di lesione. Bibliografia: Bose, A., Raza, O., Buchanan, L., (2007). Phonological relatedness between target and error in neologistic productions. Brain and Language, 103, 120-121. Patterson, K.E. (1986) Lexical but non semantic spelling? Cognitive Neuropsychology, 3, 341-367.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.