La scuola primaria può essere considerata in senso lato un “laboratorio” pedagogico in cui si producono alcuni dei primissimi incontri con le conoscenze scientifiche e con le tecnologie. Essa è luogo densamente abitato e a sua volta costituito da materiali di uso comune e da materiali specifici per l’apprendimento (McGregor, 2004; Sørensen, 2007, 2009; Roehl; Landri e Viteritti, 2016). Inoltre, nello spazio scolastico attori umani e non-umani si combinano articolando e disarticolando i confini tra i generi (Waltz, 2006; Fenwick, Edwards e Sawchuk, 2011). Il contributo intende sviluppare la questione della costruzione sociomateriale del genere a partire dai risultati di una ricerca etnografica svolta in una scuola steineriana italiana. In particolare, ci si soffermerà su alcuni esempi concreti tratti dal campo, volti a mostrare le peculiari modalità attraverso cui gli oggetti e le pratiche quotidiane definiscono di volta in volta la relazione tra maschile e femminile, dando vita a dei processi di apprendimento che configurano materialmente il genere. Ciò che emerge dalla ricerca è che la materialità agente nella scuola steineriana non sembra strutturare rigidamente le identità di genere, ma le “mette in scena” in modo fluido e nomadico (Braidotti, 1994, 2013).

Barbanti, C., Ferrante, A. (2016). L’(in)differenza di genere nella sociomaterialità della scuola steineriana. Un’esperienza di ricerca. Intervento presentato a: 6 Convegno STS Italia "Sociotechnical Environments", Trento.

L’(in)differenza di genere nella sociomaterialità della scuola steineriana. Un’esperienza di ricerca

BARBANTI, CAMILLA VIRGINIA;FERRANTE, ALESSANDRO PETER
2016

Abstract

La scuola primaria può essere considerata in senso lato un “laboratorio” pedagogico in cui si producono alcuni dei primissimi incontri con le conoscenze scientifiche e con le tecnologie. Essa è luogo densamente abitato e a sua volta costituito da materiali di uso comune e da materiali specifici per l’apprendimento (McGregor, 2004; Sørensen, 2007, 2009; Roehl; Landri e Viteritti, 2016). Inoltre, nello spazio scolastico attori umani e non-umani si combinano articolando e disarticolando i confini tra i generi (Waltz, 2006; Fenwick, Edwards e Sawchuk, 2011). Il contributo intende sviluppare la questione della costruzione sociomateriale del genere a partire dai risultati di una ricerca etnografica svolta in una scuola steineriana italiana. In particolare, ci si soffermerà su alcuni esempi concreti tratti dal campo, volti a mostrare le peculiari modalità attraverso cui gli oggetti e le pratiche quotidiane definiscono di volta in volta la relazione tra maschile e femminile, dando vita a dei processi di apprendimento che configurano materialmente il genere. Ciò che emerge dalla ricerca è che la materialità agente nella scuola steineriana non sembra strutturare rigidamente le identità di genere, ma le “mette in scena” in modo fluido e nomadico (Braidotti, 1994, 2013).
relazione (orale)
Steiner, scuola steineriana, educazione, differenze di genere, materialità, approcci sociomateriali, Actor-Network Theory, materiali di apprendimento, pratiche di genere, soggetti nomadi, Rosi Braidotti, Bruno Latour
English
6 Convegno STS Italia "Sociotechnical Environments"
2016
2016
none
Barbanti, C., Ferrante, A. (2016). L’(in)differenza di genere nella sociomaterialità della scuola steineriana. Un’esperienza di ricerca. Intervento presentato a: 6 Convegno STS Italia "Sociotechnical Environments", Trento.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10281/137189
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