L’immaginario pedagogico contemporaneo è in larga misura perfuso da un registro umanista e antropocentrico che oscura tutto ciò che in educazione esula da un rapporto interumano. Molti ricercatori e professionisti della formazione ritengono infatti che l’educazione trovi il suo centro nell’anthropos, sia questo l’educando o l’educatore. L’umano è considerato il principale se non l’unico referente delle riflessioni e delle pratiche educative. L’oblio del non-umano si accompagna a una persistente rimozione della materialità, la quale risulta poco teorizzata, quando non del tutto ridotta a una dimensione residuale. Anche qualora traspaia nei discorsi dei professionisti e dei ricercatori sembra essere da questi percepita perlopiù come uno sfondo inerte, oppure come un insieme di mezzi di cui gli educatori possono disporre per realizzare i propri fini e di cui gli educandi possono usufruire liberamente. La materialità è rappresentata dunque come passiva, docile, manipolabile dal soggetto umano, suo ideatore, progettista, utilizzatore. L’antropocentrismo sottostante all’immaginario pedagogico non solo provoca un disconoscimento della complicità dell’educazione rispetto alle violenze perpetrate ai danni degli animali non-umani e più in generale del vivente, ma occulta il ruolo del non-umano nelle concrete prassi formative. Questo avviene nonostante sia possibile riconoscere che gli effetti a lungo raggio dell’educazione si estendono ben oltre l’antroposfera, coinvolgendo direttamente e indirettamente la più ampia rete del vivente e che una qualsiasi situazione educativa necessita strutturalmente dell’apporto del non-umano. Attraverso la decostruzione critica di immagini prodotte durante alcuni percorsi formativi rivolti a educatori e insegnanti, l’intervento intende problematizzare il rapporto tra immaginario pedagogico, materialità e non-umano, al fine di contribuire ad articolare uno spazio discorsivo in cui divenga possibile ridefinire l’educazione al di fuori dei presupposti antropocentrici nei quali solitamente è radicata

Ferrante, A. (2016). Immaginario pedagogico e materialità. Oltre l’oblio del non-umano in educazione. Intervento presentato a: Umano, troppo umano, post-umano. Nuove frontiere del sapere e sfide pedagogiche, Università di Milano-Bicocca.

Immaginario pedagogico e materialità. Oltre l’oblio del non-umano in educazione

FERRANTE, ALESSANDRO PETER
2016

Abstract

L’immaginario pedagogico contemporaneo è in larga misura perfuso da un registro umanista e antropocentrico che oscura tutto ciò che in educazione esula da un rapporto interumano. Molti ricercatori e professionisti della formazione ritengono infatti che l’educazione trovi il suo centro nell’anthropos, sia questo l’educando o l’educatore. L’umano è considerato il principale se non l’unico referente delle riflessioni e delle pratiche educative. L’oblio del non-umano si accompagna a una persistente rimozione della materialità, la quale risulta poco teorizzata, quando non del tutto ridotta a una dimensione residuale. Anche qualora traspaia nei discorsi dei professionisti e dei ricercatori sembra essere da questi percepita perlopiù come uno sfondo inerte, oppure come un insieme di mezzi di cui gli educatori possono disporre per realizzare i propri fini e di cui gli educandi possono usufruire liberamente. La materialità è rappresentata dunque come passiva, docile, manipolabile dal soggetto umano, suo ideatore, progettista, utilizzatore. L’antropocentrismo sottostante all’immaginario pedagogico non solo provoca un disconoscimento della complicità dell’educazione rispetto alle violenze perpetrate ai danni degli animali non-umani e più in generale del vivente, ma occulta il ruolo del non-umano nelle concrete prassi formative. Questo avviene nonostante sia possibile riconoscere che gli effetti a lungo raggio dell’educazione si estendono ben oltre l’antroposfera, coinvolgendo direttamente e indirettamente la più ampia rete del vivente e che una qualsiasi situazione educativa necessita strutturalmente dell’apporto del non-umano. Attraverso la decostruzione critica di immagini prodotte durante alcuni percorsi formativi rivolti a educatori e insegnanti, l’intervento intende problematizzare il rapporto tra immaginario pedagogico, materialità e non-umano, al fine di contribuire ad articolare uno spazio discorsivo in cui divenga possibile ridefinire l’educazione al di fuori dei presupposti antropocentrici nei quali solitamente è radicata
relazione (orale)
Postumanesimo, antropocentrismo, umanesimo, immaginario pedagogico, non-umano, materialità educativa, formazione, Bruno Latour, Riccardo Massa, Clinica della Formazione
Italian
Umano, troppo umano, post-umano. Nuove frontiere del sapere e sfide pedagogiche
2016
2016
none
Ferrante, A. (2016). Immaginario pedagogico e materialità. Oltre l’oblio del non-umano in educazione. Intervento presentato a: Umano, troppo umano, post-umano. Nuove frontiere del sapere e sfide pedagogiche, Università di Milano-Bicocca.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10281/137027
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