Tra Ottocento e Novecento ha iniziato a sgretolarsi la principale cornice paradigmatica della tradizione occidentale, costruita su una visione human-centered. Tramite essa l’uomo è concepito come un ente unico, speciale, privilegiato, che in virtù di una sua presunta centralità e supremazia ontologica, epistemologica ed etica si sente in diritto di signoreggiare sul non umano (animali non umani, ecosistemi, prodotti artificiali). Il tramonto dell’antropocentrismo umanista tuttavia è un processo ancora oggi inconcluso. Tale paradigma, nonostante versi in una profonda crisi, esercita pur sempre un’egemonia culturale. Ci si trova dunque in una fase di transizione alquanto complessa e delicata, in cui l’umanismo non è ancora del tutto finito e il nuovo non si è ancora compiutamente realizzato. Attraverso un’indagine di natura teorica, nella ricerca che ho condotto in questi anni di dottorato mi sono interrogato su quali siano le implicazioni pedagogiche della crisi dell’antropocentrismo umanista in uno scenario dominato dalla tecno-scienza. Mi sono soffermato in particolare sul rapporto tra il declino dell’umanismo e il disagio in cui oggi versa gran parte del mondo dell’educazione, il quale è fermamente radicato in presupposti antropocentrici e umanisti. Sembra infatti che vi sia nell’ambito pedagogico un’estrema difficoltà a individuare uno specifico oggetto di ricerca. Difficoltà che si ripercuote anche nei professionisti della formazione, i quali faticano a identificare con chiarezza il proprio oggetto di lavoro. La mia ipotesi è che in una società globalizzata e ipertecnologica, a tratti già post-umana, contrassegnata da incessanti mutamenti e da una profonda crisi ecologica, tale oggetto (di ricerca e di lavoro) non possa più essere l’uomo. La mia proposta consiste dunque nell’impiegare una prospettiva post-umanista per ridefinire l’oggetto della pedagogia nell’età della tecnica. Il post-umanesimo permette di modificare l’unità di analisi di una data disciplina. Applicato in pedagogia, significa che l’oggetto di tale sapere non è più l’uomo, ma un complesso intreccio di umano e non umano che determina effetti di ordine formativo.

Ferrante, A. (2014). Per una ridefinizione paradigmatica in pedagogia: dall’antropocentrismo al post-umanesimo. Intervento presentato a: Giornata di dialogo dei dottorandi, Terza Edizione, Università di Milano-Bicocca.

Per una ridefinizione paradigmatica in pedagogia: dall’antropocentrismo al post-umanesimo

FERRANTE, ALESSANDRO PETER
2014

Abstract

Tra Ottocento e Novecento ha iniziato a sgretolarsi la principale cornice paradigmatica della tradizione occidentale, costruita su una visione human-centered. Tramite essa l’uomo è concepito come un ente unico, speciale, privilegiato, che in virtù di una sua presunta centralità e supremazia ontologica, epistemologica ed etica si sente in diritto di signoreggiare sul non umano (animali non umani, ecosistemi, prodotti artificiali). Il tramonto dell’antropocentrismo umanista tuttavia è un processo ancora oggi inconcluso. Tale paradigma, nonostante versi in una profonda crisi, esercita pur sempre un’egemonia culturale. Ci si trova dunque in una fase di transizione alquanto complessa e delicata, in cui l’umanismo non è ancora del tutto finito e il nuovo non si è ancora compiutamente realizzato. Attraverso un’indagine di natura teorica, nella ricerca che ho condotto in questi anni di dottorato mi sono interrogato su quali siano le implicazioni pedagogiche della crisi dell’antropocentrismo umanista in uno scenario dominato dalla tecno-scienza. Mi sono soffermato in particolare sul rapporto tra il declino dell’umanismo e il disagio in cui oggi versa gran parte del mondo dell’educazione, il quale è fermamente radicato in presupposti antropocentrici e umanisti. Sembra infatti che vi sia nell’ambito pedagogico un’estrema difficoltà a individuare uno specifico oggetto di ricerca. Difficoltà che si ripercuote anche nei professionisti della formazione, i quali faticano a identificare con chiarezza il proprio oggetto di lavoro. La mia ipotesi è che in una società globalizzata e ipertecnologica, a tratti già post-umana, contrassegnata da incessanti mutamenti e da una profonda crisi ecologica, tale oggetto (di ricerca e di lavoro) non possa più essere l’uomo. La mia proposta consiste dunque nell’impiegare una prospettiva post-umanista per ridefinire l’oggetto della pedagogia nell’età della tecnica. Il post-umanesimo permette di modificare l’unità di analisi di una data disciplina. Applicato in pedagogia, significa che l’oggetto di tale sapere non è più l’uomo, ma un complesso intreccio di umano e non umano che determina effetti di ordine formativo.
relazione (orale)
Pedagogia; educazione; postumano; postumanesimo; antropocentrismo; umanesimo; paradigma; non-umano; epistemologia pedagogica; ontologia; etica; età della tecnica
Italian
Giornata di dialogo dei dottorandi, Terza Edizione
2014
2014
none
Ferrante, A. (2014). Per una ridefinizione paradigmatica in pedagogia: dall’antropocentrismo al post-umanesimo. Intervento presentato a: Giornata di dialogo dei dottorandi, Terza Edizione, Università di Milano-Bicocca.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10281/134693
Citazioni
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
Social impact