Avvalendosi di categorie pedagogiche di impostazione strutturalista e materialista si intende avviare nell’ambito della filosofia dell’educazione una riflessione teorica sulle condizioni di possibilità dell’esperienza educativa nell’età della tecnica, a partire da un’analisi che assuma in tutta la loro radicalità i cambiamenti legati alle tecnologie emergenti, anche e soprattutto mediatiche. A tal fine si opererà una rielaborazione critica di diversi autori afferenti al campo disciplinare dei Media Studies e alle filosofie Postumaniste, i cui contributi possono essere impiegati per interpretare i mutamenti tecnologici e antropologici in atto, per poi mostrarne le profonde implicazioni di ordine pedagogico. L’ipotesi di partenza consiste nel supporre una circolarità nel rapporto fra tecnologia e antropologia. Le tecnologie che l’uomo inventa, progetta, costruisce, soprattutto se conoscono una larga diffusione e danno vita a delle pratiche sociali, generano un impatto sull’esistenza, sull’organizzazione e lo stile di vita dei soggetti individuali e collettivi. Interagendo con variabili ed eterogenei fattori esse infatti retroagiscono sull’uomo stesso, modificandone gli assetti politici, socioculturali, economici, psico-percettivi, affettivi, relazionali, educativi. Assumere che la tecnica svolga una rilevante funzione antropogenetica significa inoltre coglierne il carattere intrinsecamente formativo, dunque considerarla un oggetto di studio legittimamente aggredibile da un punto di vista specificamente pedagogico. Come ampiamente evidenziato dal dibattito internazionale, i mutamenti tecnologici in atto e l’immaginario tecnoscientifico che li sostiene e alimenta, stanno sconvolgendo le concrete condizioni del “fare esperienza”, nonché le tradizionali mappe concettuali occidentali, proiettando di fatto in un nuovo scenario storico-culturale, che presenta tratti inediti che nella loro radicalità sembrano trainare al di fuori di uno sfondo per molti aspetti ancora retto da presupposti umanisti e antropocentrici. Rispetto a tale scenario, occorre riuscire a produrre un’elaborazione culturale adeguata, anche per svelarne le latenti implicazioni antipedagogiche e al contempo la capacità di condizionamento educativo nelle situazioni della vita quotidiana. Attraverso questa ricerca si intende pertanto esplorare i fenomeni in questione cogliendone gli aspetti formativi evidenti e impliciti, al fine di problematizzare il rapporto tra il mutamento tecnologico, le diverse forme di esperienza cui dà luogo e le condizioni di possibilità dell’educazione. Si tratta di domandarsi come le tecnologie, in particolare i media, incidono a livello informale, di educazione diffusa, sulle strutture simboliche e materiali dell’esperienza, che apprendimenti generano rispetto al rapporto con sé, gli altri, il mondo, che soggetti costituiscono, quali antropologie tendono a promuovere, come influiscono sulle modalità attraverso cui si pensa e si pratica educazione, quali interrogativi pongono al mondo della formazione intenzionale e al sapere pedagogico. Una sollecitazione interessante che proviene dalle filosofie postumaniste riguarda la categoria di ibridazione. L’ibridazione nel postumano è tematizzata come connessione, assemblaggio variabile e complesso, contingente e in divenire, fra entità molteplici, differenti, separate e per questo strutturalmente in relazione fra loro attraverso continui scambi, intrecci e reciproche perturbazioni. L’ibridazione risulta in questo senso una figura controparadigmatica, provocatoria, sovversiva rispetto a molte visioni dualistiche e dicotomizzanti tipicamente occidentali. Essa conduce al riconoscimento dell’uomo come essere tecnico, che si ibrida relazionandosi con i propri simili, con gli altri enti di natura, con l’ambiente in cui vive. L’ibridazione può essere utilizzata come metafora per analizzare molteplici processi in atto, relativi soprattutto alla globalizzazione e all’interconnessione planetaria resa possibile da internet: fenomeni che generano continui scambi tra culture, popoli, saperi e gruppi sociali diversi. Inoltre l’ ibridazione connota l’attuale prevalente condizione del sapere pedagogico, quale aggregato discorsivo risultante dall’intreccio di numerosi ambiti disciplinari. Ma essa si contrassegna anche come possibile rottura epistemologica verso il paradigma umanista, il cui antropocentrismo dichiarato e latente innerva ancora oggi molti settori culturali, ostacolando lo sviluppo di un pensare e un agire all’altezza dei tempi, che sono segnati innegabilmente dal potere della tecnica. L’ibridazione infine rimanda al sostare ai margini di processi complessi, in fieri, mai del tutto risolti e risolvibili, quali sono quelli educativi, oggi più che mai lontani da ogni astratta purezza, ma al contrario fortemente compromessi e contaminati simbolicamente e materialmente con i cambiamenti che avvengono su uno scenario globale, multietnico, ipertecnologico.

Ferrante, A. (2012). Pedagogia e ibridazione. Le condizioni dell'esperienza educativa nell'età della tecnica. Intervento presentato a: Giornate di dialogo dei Dottorandi, Prima Edizione, Università di Milano-Bicocca.

Pedagogia e ibridazione. Le condizioni dell'esperienza educativa nell'età della tecnica

FERRANTE, ALESSANDRO PETER
2012

Abstract

Avvalendosi di categorie pedagogiche di impostazione strutturalista e materialista si intende avviare nell’ambito della filosofia dell’educazione una riflessione teorica sulle condizioni di possibilità dell’esperienza educativa nell’età della tecnica, a partire da un’analisi che assuma in tutta la loro radicalità i cambiamenti legati alle tecnologie emergenti, anche e soprattutto mediatiche. A tal fine si opererà una rielaborazione critica di diversi autori afferenti al campo disciplinare dei Media Studies e alle filosofie Postumaniste, i cui contributi possono essere impiegati per interpretare i mutamenti tecnologici e antropologici in atto, per poi mostrarne le profonde implicazioni di ordine pedagogico. L’ipotesi di partenza consiste nel supporre una circolarità nel rapporto fra tecnologia e antropologia. Le tecnologie che l’uomo inventa, progetta, costruisce, soprattutto se conoscono una larga diffusione e danno vita a delle pratiche sociali, generano un impatto sull’esistenza, sull’organizzazione e lo stile di vita dei soggetti individuali e collettivi. Interagendo con variabili ed eterogenei fattori esse infatti retroagiscono sull’uomo stesso, modificandone gli assetti politici, socioculturali, economici, psico-percettivi, affettivi, relazionali, educativi. Assumere che la tecnica svolga una rilevante funzione antropogenetica significa inoltre coglierne il carattere intrinsecamente formativo, dunque considerarla un oggetto di studio legittimamente aggredibile da un punto di vista specificamente pedagogico. Come ampiamente evidenziato dal dibattito internazionale, i mutamenti tecnologici in atto e l’immaginario tecnoscientifico che li sostiene e alimenta, stanno sconvolgendo le concrete condizioni del “fare esperienza”, nonché le tradizionali mappe concettuali occidentali, proiettando di fatto in un nuovo scenario storico-culturale, che presenta tratti inediti che nella loro radicalità sembrano trainare al di fuori di uno sfondo per molti aspetti ancora retto da presupposti umanisti e antropocentrici. Rispetto a tale scenario, occorre riuscire a produrre un’elaborazione culturale adeguata, anche per svelarne le latenti implicazioni antipedagogiche e al contempo la capacità di condizionamento educativo nelle situazioni della vita quotidiana. Attraverso questa ricerca si intende pertanto esplorare i fenomeni in questione cogliendone gli aspetti formativi evidenti e impliciti, al fine di problematizzare il rapporto tra il mutamento tecnologico, le diverse forme di esperienza cui dà luogo e le condizioni di possibilità dell’educazione. Si tratta di domandarsi come le tecnologie, in particolare i media, incidono a livello informale, di educazione diffusa, sulle strutture simboliche e materiali dell’esperienza, che apprendimenti generano rispetto al rapporto con sé, gli altri, il mondo, che soggetti costituiscono, quali antropologie tendono a promuovere, come influiscono sulle modalità attraverso cui si pensa e si pratica educazione, quali interrogativi pongono al mondo della formazione intenzionale e al sapere pedagogico. Una sollecitazione interessante che proviene dalle filosofie postumaniste riguarda la categoria di ibridazione. L’ibridazione nel postumano è tematizzata come connessione, assemblaggio variabile e complesso, contingente e in divenire, fra entità molteplici, differenti, separate e per questo strutturalmente in relazione fra loro attraverso continui scambi, intrecci e reciproche perturbazioni. L’ibridazione risulta in questo senso una figura controparadigmatica, provocatoria, sovversiva rispetto a molte visioni dualistiche e dicotomizzanti tipicamente occidentali. Essa conduce al riconoscimento dell’uomo come essere tecnico, che si ibrida relazionandosi con i propri simili, con gli altri enti di natura, con l’ambiente in cui vive. L’ibridazione può essere utilizzata come metafora per analizzare molteplici processi in atto, relativi soprattutto alla globalizzazione e all’interconnessione planetaria resa possibile da internet: fenomeni che generano continui scambi tra culture, popoli, saperi e gruppi sociali diversi. Inoltre l’ ibridazione connota l’attuale prevalente condizione del sapere pedagogico, quale aggregato discorsivo risultante dall’intreccio di numerosi ambiti disciplinari. Ma essa si contrassegna anche come possibile rottura epistemologica verso il paradigma umanista, il cui antropocentrismo dichiarato e latente innerva ancora oggi molti settori culturali, ostacolando lo sviluppo di un pensare e un agire all’altezza dei tempi, che sono segnati innegabilmente dal potere della tecnica. L’ibridazione infine rimanda al sostare ai margini di processi complessi, in fieri, mai del tutto risolti e risolvibili, quali sono quelli educativi, oggi più che mai lontani da ogni astratta purezza, ma al contrario fortemente compromessi e contaminati simbolicamente e materialmente con i cambiamenti che avvengono su uno scenario globale, multietnico, ipertecnologico.
relazione (orale)
Pedagogia; educazione; tecnica; ibridazione; postumano; postumanesimo; antropocentrismo; media studies
Italian
Giornate di dialogo dei Dottorandi, Prima Edizione
2012
2012
none
Ferrante, A. (2012). Pedagogia e ibridazione. Le condizioni dell'esperienza educativa nell'età della tecnica. Intervento presentato a: Giornate di dialogo dei Dottorandi, Prima Edizione, Università di Milano-Bicocca.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10281/134681
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