Da tempo le società multiculturali occidentali stanno affrontando la sfida della coesistenza di culture diverse. Non più solo nuovi arrivi, ma seconde e terze generazioni di persone che acquisiscono cittadinanza e allo stesso tempo rimangono portatrici di stili di comunicazione e di riferimenti valoriali diversi dal cosiddetto mainstream. Il contesto italiano si presenta come un laboratorio estremamente interessante nel panorama europeo per il numero di nazionalità ed etnie presenti sul territorio e per la scarsa influenza del fenomeno di attrazione migratoria post-coloniale tipico di nazioni come la Francia, il Regno Unito e l’Olanda. Le organizzazioni del lavoro sono le prime, insieme alla scuola, a doversi confrontare con tale tipo di complessità. Gli ambiti dei servizi sanitari e sociali stanno vivendo questo cambiamento da diversi anni per quanto riguarda l’utenza che è sempre più “straniera”; alcune realtà inoltre registrano già una presenza, più o meno significativa, di personale di cultura nazionale diversa all’interno dell’organizzazione, e in una prospettiva crescente. Eppure la diversità tra le persone non consiste solo di un passaporto: ci sono diversità tra uomini e donne, tra persone con una diversa abilità fisica, tra individui con un orientamento sessuale differente, tra generazioni, tra regioni, e tra diverse appartenenze funzionali e organizzative. Se questo caleidoscopio di differenze rimane sottaciuto generalmente diventa un problema: se valorizzato, una risorsa. Il diversity management o gestione della diversità come strategia organizzativa, nasce agli inizi degli anni Novanta negli Stati Uniti proprio con l’intento di affrontare tale complessità negli ambiti del lavoro e della scuola. Negli ultimi dieci anni si è diffuso nel Nord Europa e sta approdando in Italia. Questo volume intende presentare le potenzialità di tale approccio nel nostro Paese attraverso dati empirici e pratiche da testare. Coniugando la prospettiva interculturale dinamica e elementi di change agentry delle organizzazioni, l’autrice sottolinea la necessità di intervenire su più livelli al fine di aprire il sistema a partire dalla valorizzazione delle sue risorse lavorative.

Castiglioni, I. (2009). La differenza c'è. La gestione della diversità nell'organizzazione dei servizi. Milano : Franco Angeli.

La differenza c'è. La gestione della diversità nell'organizzazione dei servizi

CASTIGLIONI, IDA
2009

Abstract

Da tempo le società multiculturali occidentali stanno affrontando la sfida della coesistenza di culture diverse. Non più solo nuovi arrivi, ma seconde e terze generazioni di persone che acquisiscono cittadinanza e allo stesso tempo rimangono portatrici di stili di comunicazione e di riferimenti valoriali diversi dal cosiddetto mainstream. Il contesto italiano si presenta come un laboratorio estremamente interessante nel panorama europeo per il numero di nazionalità ed etnie presenti sul territorio e per la scarsa influenza del fenomeno di attrazione migratoria post-coloniale tipico di nazioni come la Francia, il Regno Unito e l’Olanda. Le organizzazioni del lavoro sono le prime, insieme alla scuola, a doversi confrontare con tale tipo di complessità. Gli ambiti dei servizi sanitari e sociali stanno vivendo questo cambiamento da diversi anni per quanto riguarda l’utenza che è sempre più “straniera”; alcune realtà inoltre registrano già una presenza, più o meno significativa, di personale di cultura nazionale diversa all’interno dell’organizzazione, e in una prospettiva crescente. Eppure la diversità tra le persone non consiste solo di un passaporto: ci sono diversità tra uomini e donne, tra persone con una diversa abilità fisica, tra individui con un orientamento sessuale differente, tra generazioni, tra regioni, e tra diverse appartenenze funzionali e organizzative. Se questo caleidoscopio di differenze rimane sottaciuto generalmente diventa un problema: se valorizzato, una risorsa. Il diversity management o gestione della diversità come strategia organizzativa, nasce agli inizi degli anni Novanta negli Stati Uniti proprio con l’intento di affrontare tale complessità negli ambiti del lavoro e della scuola. Negli ultimi dieci anni si è diffuso nel Nord Europa e sta approdando in Italia. Questo volume intende presentare le potenzialità di tale approccio nel nostro Paese attraverso dati empirici e pratiche da testare. Coniugando la prospettiva interculturale dinamica e elementi di change agentry delle organizzazioni, l’autrice sottolinea la necessità di intervenire su più livelli al fine di aprire il sistema a partire dalla valorizzazione delle sue risorse lavorative.
Monografia o trattato scientifico - Monografia di Ricerca - Prima edizione
diversity management; Intercultural development inventory; change agentry; change management nei servizi; pre-post training assessment
Italian
2009
9788856804850
Franco Angeli
125
Castiglioni, I. (2009). La differenza c'è. La gestione della diversità nell'organizzazione dei servizi. Milano : Franco Angeli.
none
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